Le difficoltà economiche che da tempo attraversano il settore dei media e della stampa scritta in particolare sono note e hanno già avuto pesanti conseguenze in Svizzera con la fine di alcune testate giornalistiche. Nel nostro Cantone abbiamo assistito alla chiusura del Giornale del Popolo e purtroppo né il Corriere del Ticino né La Regione sembrano navigare in acque tranquille.
Proprio per far fronte alla difficile situazione, il Governo del Canton Vaud è intervenuto a sostegno della stampa regionale proponendo misure specifiche in un messaggio presentato al Gran Consiglio. Questa decisione è nata dopo la richiesta di alcuni parlamentari sollecitati dalla chiusura del settimanale Hebdo avvenuta nel 2017 e del quotidiano romando Le Matin, l’anno successivo.
Analoga iniziativa è stata avviata anche nel Canton Berna. Anche qui il Governo sta valutando misure di supporto al mondo dei media. È cronaca recente la presentazione al Parlamento Cantonale di un rapporto sul delicato tema della comunicazione.
Il sostegno dello Stato al giornalismo è certamente un fattore delicato e controverso perché potrebbe venir inteso come una diminuzione dell’autonomia e della libertà di pensiero. Una società democratica deve garantire a tutti i cittadini la possibilità di formare liberamente le sue opinioni, confrontandole con quelle degli altri. L’accesso all’informazione è certamente un interesse pubblico da salvaguardare.
L’importanza della presenza di un’informazione libera e pluralista a beneficio di tutta la popolazione è una responsabilità pubblica ed è per questo che anche in diversi Paesi europei sono previsti sostegni di natura finanziaria. 
Necessario comunque distinguere tra aiuti diretti, che rischierebbero di causare inopportune ingerenze dello Stato, e aiuti indiretti. In Svizzera è previsto un finanziamento indiretto che garantisce una diffusa informazione alla popolazione, in particolare nel settore audiovisivo come pure un aiuto finanziario per i costi sostenuti dalla Posta svizzera nella distribuzione dei giornali.
Affinché sia in ogni caso tutelata la libertà di opinione, oggi risultano inevitabili aiuti finanziari da parte dello Stato, come proposto nei Cantoni Vaud e Berna.
Alla luce di quanto sopra indicato, riteniamo necessario che il Consiglio di Stato proponga al Parlamento misure che portino ad un sostegno dei media presenti nel nostro Cantone ed in particolare per quanto riguarda la stampa scritta.
Forzando il ragionamento, possiamo dire che questo in fondo è un sostegno anche al principio sempre più in voga della «produzione a chilometro zero». L’informazione deve essere vicina al fatto che descrive per evitare di dipendere da gruppi editoriali con sede oltre Gottardo con visioni e sensibilità potenzialmente fuori luogo.
Visto quanto indicato, chiediamo al Consiglio di Stato di valutare azioni o progetti di supporto dei media locali e presentare al Gran Consiglio un messaggio in tal senso.
 
Lorenzo Jelmini, Partito Popolare Democratico;
Amanda Rückert, Lega dei Ticinesi;
Alessandro Speziali, PLRT;
Marco Noi, Verdi;
Tatiana Lurati Grassi, PS