Il comitato interpartitico per il NO ha presentato le sue argomentazioni contro l’iniziativa sulle pensioni. Questa iniziativa prevede che l’età pensionabile venga innalzata in automatico ogni anno.

Questa soluzione è allo stesso tempo antisociale, tecnocratica e antidemocratica. Di conseguenza, un comitato ampiamente sostenuto, composto da rappresentanti sia di sinistra che di destra, respinge l’iniziativa sulle pensioni che risulta inadatta a riformare la previdenza per la vecchiaia.

L’iniziativa dei giovani liberali radicali sulle pensioni chiede che l’età pensionabile (ora età di riferimento) sia fissata a 66 anni per entrambi i sessi, per poi essere automaticamente indicizzata all’aspettativa di vita delle persone di 65 anni. Il comitato per il NO respinge l’iniziativa, che ai suoi occhi risulta una soluzione antisociale e inadeguata alle sfide della previdenza per la vecchiaia. Oltre a ignorare la realtà vissuta dalle persone anziane nel mercato del lavoro, minimizza le ripercussioni da prevedere sia sul sistema di sicurezza sociale sia sulla salute della popolazione.
Per la commissione per il NO è chiarissimo che l’iniziativa sulle pensioni altro non farebbe che esacerbare le disuguaglianze sociali. In Svizzera, chiunque abbia un lavoro poco qualificato vive meno a lungo e lascia la vita lavorativa in condizioni di salute meno buone. Pertanto, l’aspettativa di vita non dev’essere l’unico fattore determinante per fissare l’età pensionabile, ma anche il numero di anni che restano da vivere in buona salute. «Le persone che hanno lavorato tutta la vita hanno diritto a una pensione in buona salute e a una buona qualità di vita il più a lungo possibile», ribasdisce Léonore Porchet, consigliera nazionale dei Verdi e vicepresidente di Travail.Suisse. Adrian Wüthrich, presidente di Travail.Suisse, ha rincarato: «Invece di dover lavorare fino alla morte, ora possiamo vivere la nostra vecchiaia in sicurezza e con dignità. Invece, l’iniziativa sulle pensioni mette in discussione questa importante conquista del nostro Stato sociale». 
«Al momento della votazione sull’AVS 21 abbiamo promesso che avremmo affrontato la prossima riforma in maniera globale e che non ci saremmo limitati ad attuare un ulteriore innalzamento dell’età di riferimento. E questo tenendo conto del fatto che non è possibile per tutti i lavoratori e tutte le lavoratrici semplicemente lavorare più a lungo», ha ricordato Erich Ettlin, consigliere agli Stati de «il Centro». Oggi, per la forza lavoro anziana disoccupata, è già difficile ritrovare un impiego. Con questa iniziativa, il problema dell’occupabilità delle persone anziane sarebbe ancora più acuto. Ciò comporterebbe quindi un trasferimento dei costi ad altre assicurazioni sociali.
L’iniziativa sulle pensioni colpirebbe duramente la classe media e i redditi bassi, senza peraltro migliorare in modo significativo la salute finanziaria dell’AVS. «Le persone che possono permetterselo continuerebbero ad andare in pensione anticipata, come lo fanno oggi, invece di versare contributi fino all’età pensionabile. Invece le persone con redditi normali o bassi sarebbero costrette a lavorare più a lungo, indipendentemente dal loro stato di salute», ha sottolineato Melanie Mettler, consigliera nazionale dei Verdi liberali. «Sono minacciati i modelli di pensione anticipata messi in atto per le persone con lavori usuranti. I bancari continueranno ad andare in pensione a 60 anni perché possono permetterselo. Mentre una persona qualsiasi dovrà lavorare più a lungo. Questo è profondamente ingiusto», ha concluso Pierre-Yves Maillard, consigliere agli Stati PS e presidente dell’Unione sindacale svizzera.
Infine, il comitato ha sottolineato la natura antidemocratica e tecnocratica dell’iniziativa sulle pensioni. L’adeguamento automatico dell’età pensionabile ogni anno creerebbe un clima di insicurezza tra i lavoratori e le lavoratrici, oltre a comportare enormi costi amministrativi. Né il Consiglio federale, né il Parlamento, né la popolazione avrebbero voce in capitolo al momento di fissare l’età di pensionamento. «L’adeguamento automatico dell’età pensionabile è un meccanismo rigido e incompatibile con i nostri principi democratici», ha sottolineato il consigliere nazionale dell’UDC Thomas Bläsi.

Trad. C. Calderoni