Affitti, premi di cassa malati, elettricità o trasporti pubblici: dal 2021 l’aumento dei prezzi ha fatto perdere ai pensionati l’equivalente di una mensilità in potere d’acquisto.

Sempre meno le pensioni sono in grado di coprire il costo della vita. Una tredicesima mensilità AVS compenserebbe questa perdita, sia per i pensionati e le pensionate attuali che per quelli futuri. Questo è il modo più economico ed efficace per migliorare le pensioni. La classe media, che non beneficia di altri aiuti, ne gioverà direttamente. Un’ampia alleanza di sindacati, partiti politici e organizzazioni di pensionati e pensionate lancia la campagna referendaria per la 13a mensilità AVS.

L’AVS è decisamente troppo bassa: le pensioni AVS medie oscillano attorno a 1’800 franchi al mese. I redditi troppo bassi in pensione sono una preoccupazione crescente e l’aumento del costo della vita non aiuta. «Le persone che hanno vissuto tutta la loro vita con redditi medi non sanno come cavarsela. La nostra iniziativa per una 13a mensilità AVS fornisce una risposta concreta ai pensionati e alle pensionate, quindi anche quelli e quelle del ceto medio, anch’essi e anch’esse colpiti dall’inflazione», afferma Pierre-Yves Maillard, membro del Consiglio degli Stati e presidente dell’Unione sindacale svizzera.
Un aumento dell’AVS sarebbe cosa buona per il 90% dei lavoratori. Per questo motivo, un’ampia alleanza si sta impegnando nell’iniziativa popolare per una 13a AVS. Questa è l’unica forma di previdenza a cui tutti hanno diritto, e tutti e tutte – a cominciare dalle donne – beneficerebbero immediatamente del miglioramento delle pensioni. Mattea Meyer, consigliera nazionale e copresidente del PS svizzero, ha dichiarato: «Con la 13a AVS possiamo compensare in modo rapido ed efficace la perdita di potere d’acquisto. Le persone che hanno lavorato e contribuito alla previdenza per la vecchiaia durante tutta la vita meritano una pensione dignitosa». Vania Alleva, presidente di Unia, sottolinea: «La 13a AVS aiuta proprio coloro che ne hanno più bisogno: i lavoratori e le lavoratrici con un budget limitato, per la maggior parte donne che lavorano in settori a basso salario, persone che lavorano a tempo parziale e lavoratori e lavoratrici con professioni fisicamente usuranti. Infatti, più di 9 assicurati e assicurate su 10 ricevono al momento del pensionamento più AVS di quanti ne abbiano versata».
Il secondo pilastro non offre alcuna protezione di fronte all’inflazione, né offre alcuna garanzia previdenziale in cambio di contributi versati. Da anni gli assicurati e le assicurate devono versare contributi sempre più elevati alla cassa pensioni, mentre le loro prospettive di pensione diminuiscono. E il Parlamento vuole abbassare ulteriormente l’aliquota di conversione del secondo pilastro, nel momento in cui le casse pensioni si trovano in una posizione finanziaria positiva. Le assicurazioni e le casse pensionistiche continuerebbero a utilizzare il patrimonio di risparmio dei lavoratori, con costi di gestione che ammontano nel frattempo a sette miliardi di franchi l’anno.
Per l’AVS la situazione è ben diversa: l’aliquota contributiva è stabile e i costi amministrativi sono bassi e non aumentano. Oltre ad essere particolarmente sociale, l’AVS è anche la forma di previdenza per la vecchiaia più efficace e sicura. Léonore Porchet, consigliera nazionale dei Verdi e vicepresidente di Travail.Suisse, sottolinea che «Solo il primo pilastro è solidale e riconosce il lavoro non retribuito delle donne. Con la 13a mensilità AVS diamo a tutti e a tutte una pensione dignitosa, adatta all’attuale contesto economico». Giorgio Fonio, Consigliere nazionale de «il Centro» e Segretario regionale dell’OCST, aggiunge: «La 13a AVS fornisce una soluzione chiara a un problema oggettivo, per tutte le lavoratrici e i lavoratori che altrimenti rischierebbero di andare in pensione in condizioni precarie».
Le prospettive finanziarie dell’AVS pubblicate dalla Confederazione lo confermano: la situazione finanziaria di questa assicurazione sociale è stabile. Nei prossimi anni registrerà un’eccedenza di quasi tre miliardi di franchi l’anno. Lontano dagli scenari catastrofici degli ultimi anni, il patrimonio dell’AVS raggiungerà i 67 miliardi di franchi entro la fine del decennio. Si tratta di circa 20 miliardi di franchi in più rispetto ad oggi.

Trad. C. Calderoni