Il 21 ottobre scorso si è svolto all’USI di Lugano un convegno promosso dalle commissioni paritetiche del settore sociosanitario intitolato «Le nuove frontiere della responsabilità sanitaria». Tema dell’incontro le novità previste dalla Legge sanitaria cantonale e non ancora entrate in vigore.
Il medico cantonale, Giorgio Merlani, e il procuratore generale, Andrea Pagani, sono intervenuti illustrando le novità proposte nella legge. La nuova legge era necessaria per adeguare il sistema alle nuove normative, ma anche alle nuove esigenze. Esiste da una parte un dovere dell’autorità di controllare, per garantire la salute pubblica, dall’altra una responsabilità di chi opera, sulla qualità del proprio lavoro e sulla formazione continua.
Nel rapporto tra medico e paziente, che dovrebbe essere per natura confidenziale, si inseriscono degli elementi di disturbo che sono tuttavia necessari per garantire la sicurezza pubblica. La nuova legge precisa infatti dei compiti dell’operatore sanitario che esulano dalla sua competenza primaria relativa alla cura della salute. Se infatti resta prioritario il dovere di segretezza rispetto al rapporto con il paziente, la confidenzialità deve essere accantonata in alcuni specifici casi: all’operatore sanitario si chiede, nel limite del possibile, per esempio, di prendersi carico dei rischi per la salute e la sicurezza pubbliche, della protezione dei minori o di garantire la giustizia.
Tutto questo valutando di volta in volta se rivelare informazioni sul paziente violi o meno il segreto medico, peraltro invocato già da Ippocrate. Già per il capostipite dei medici «ciò che io possa vedere o sentire durante il mio esercizio o anche fuori dall’esercizio sulla vita degli uomini, tacerò ciò che non è necessario sia divulgato». Ai nostri giorni, per l’Ufficio di sanità pubblica, «il segreto medico ha come scopo la protezione del paziente e dei suoi interessi, esso è alla base del rapporto di fiducia che deve instaurarsi tra il professionista della salute e il proprio paziente». Violare il segreto significa appunto in molti casi spezzare il rapporto di fiducia. Il segreto medico prevede dunque aspetti etici, deontologici e giuridici, regolati dal diritto federale e cantonale, a livello civile, amministrativo e penale.
La legge definisce i casi nei quali si ha facoltà di fare una segnalazione e quelli nei quali esiste invece un obbligo per l’operatore sanitario. A questi aspetti si affiancano i casi di vigilanza e ispezione per cui, all’autorità è concesso di visionare le cartelle dei pazienti.
Ma quando esiste un obbligo di denuncia per l’operatore sanitario? Quando sussiste un rischio per la salute pubblica e quando si è nell’ambito dei reati perseguibili d’ufficio, reati cioè per i quali non è necessaria una denuncia da parte della vittima. Come orientarsi nella valutazione dei diversi casi? Gli operatori non sono soli, ma possono essere sostenuti dalla direzione della struttura per la quale lavorano, con la quale condividono questa responsabilità di segnalazione, o rivolgersi al medico cantonale.
Il professor André-Marie Jerumanis, professore ordinario di Teologia morale presso la Facoltà di Teologia di Lugano, nel suo intervento ha esplorato gli aspetti etici legati alla professione sanitaria: «La legge sanitaria considera la gestione della salute in una prospettiva ampia». Nella legge ci si concentra sui diritti individuali e sulla responsabilità. In una prospettiva più ampia è tuttavia necessario considerare il ruolo della persona nella politica della salute. Si assiste ad una spersonalizzazione sempre più marcata del mondo sanitario che riflette il malessere della persona nella società.
La prima riforma etica in questo ambito è quindi quella di riscoprire la persona e, in quest’ottica, riscoprire anche cosa sia la salute. Il rapporto tra medico e paziente non si risolve nel confronto tra un professionista e una malattia, ma nel rapporto tra due persone. Quali sono i principi etici legati all’attività sanitaria? Beneficenza e non maleficenza, autonomia, giustizia, veridicità, fedeltà e riservatezza. Tutti questi aspetti permeano il dialogo fra medico e paziente. In una sanità nella quale viene messa al centro la persona non si può trascurare l’aspetto spirituale. Oltre alla tradizionale assistenza spirituale, si affianca la cura spirituale nell’ambito delle cure palliative. Tuttavia una medicina intrisa di spiritualità deve considerare la dimensione interiore dell’etica, legata all’etica delle virtù.

Sociosanitario 29.05.21