Il 9 settembre Travail.Suisse ha festeggiato il suo 20esimo anniversario. In occasione del Congresso, i delegati e le delegate presenti a Berna hanno individuato i temi sui quali impegnarsi per i prossimi quattro anni. Al centro delle preoccupazioni ci sono certamente la crisi del potere d’acquisto, lo stress e l’esaurimento professionale, la lotta contro la discriminazione salariale, il rafforzamento della previdenza per la vecchiaia e le misure di risparmio previste dalla Confederazione.
Travail.Suisse è stata fondata ufficialmente il 14 dicembre 2002 dalla fusione delle due organizzazioni mantello, la Federazione svizzera dei sindacati cristiani (FSSC) e la Federazione delle società svizzere degli impiegati (FSI), e ha iniziato la sua attività il 1. gennaio 2003. Durante il Congresso del 9 settembre, gli ex-presidenti Hugo Fasel, Martin Flügel e il rieletto Adrian Wüthrich, hanno ripercorso gli ultimi 20 anni in una tavola rotonda e hanno osato guardare al futuro e alle sfide che i sindacati dovranno affrontare. In occasione di questo giubileo, lo storico Christian Koller ha presentato una pubblicazione commemorativa.
Adrian Wüthrich è stato rieletto dai delegati e dalle delegate alla presidenza di Travail.Suisse. È a capo dell’organizzazione mantello dal 2015. Sono stati eletti anche cinque nuovi membri del comitato.
Le principali rivendicazioni
Con il titolo «Il lavoro crea valore – va dato un riconoscimento subito!», i delegati e le delegate hanno definito le priorità politiche per i prossimi quattro anni. Ecco le principali rivendicazioni e posizioni adottate:
Travail.Suisse rivendica il rafforzamento del potere d’acquisto dei lavoratori e delle lavoratrici attraverso aumenti salariali generali, un aumento dei salari minimi nei contratti collettivi e una riduzione dei premi della cassa malati.
Travail.Suisse si oppone a ulteriori aumenti dell’età di pensionamento, alla riduzione delle rendite LPP e rivendica la riduzione dei costi amministrativi nella previdenza professionale. Le pensioni di vecchiaia devono garantire il tenore di vita abituale.
Per tutelare la salute dei lavoratori e delle lavoratrici, si chiedono orari di lavoro programmabili con chiari limiti, giornate lavorative non eccessivamente lunghe e una riduzione dell’orario di lavoro settimanale. È giunta l’ora di mettere la parola fine ai tentativi di liberalizzare ulteriormente la legge sul lavoro ed estendere il lavoro domenicale.
Travail.Suisse chiede misure efficaci contro la discriminazione salariale attraverso una revisione della legge sulla parità. Per ridurre la discriminazione salariale, sono necessarie misure efficaci come l’introduzione di un’analisi permanente e obbligatoria per tutte le imprese con 50 dipendenti o più, e l’abolizione della «soglia di tolleranza» in caso di discriminazione salariale.
Travail.Suisse rivendica misure per migliorare la conciliazione lavoro-famiglia, proteggendo le persone che lavorano a tempo parziale, sviluppando finanziamenti pubblici per le strutture di accoglienza extrafamiliare e incoraggiando i genitori a reinserirsi nel mercato del lavoro.
Travail.Suisse chiede investimenti per il futuro piuttosto che inutili misure di risparmio. La solida situazione finanziaria della Confederazione rende superflue le misure di risparmio Il margine di manovra finanziario disponibile deve essere utilizzato per spese e investimenti a favore del bene comune, in particolare per la conciliazione tra vita lavorativa e vita privata, per lo sviluppo delle infrastrutture pubbliche, per la formazione e la ricerca e per la transizione energetica.