A qualche mese dall’elezione abbiamo posto alcune domande a Giorgio Fonio, Segretario regionale OCST del Mendrisiotto e neo Consigliere nazionale.

Dopo 12 anni dal termine dell’incarico di Meinrado Robbiani, l’OCST torna ad avere un rappresentante a Berna. Come ti senti a rappresentare il Ticino e il movimento cristiano-sociale ticinese a Berna alla «Camera del Popolo»?
Ho avuto la fortuna di conoscere bene Meinrado Robbiani e apprezzare le sue grandi qualità e competenze, sia umane che professionali. Dopo Meinrado, la responsabilità di essere un nuovo rappresentante del movimento cristiano-sociale ticinese a Berna, è molto grande. 

Il Giorgio Fonio del blocco del Cisalpino nel 2009 in stazione a Chiasso è solo un lontano ricordo? Ne hai fatta di strada…
(ride) Il ricordo di quella giornata è ancora vivo dentro di me e molti cittadini e colleghi ancora oggi ricordano quello che siamo riusciti ad organizzare in difesa nella nostra regione. Di acqua sotto i ponti ne è passata molta dal quel 4 luglio 2009 e molti sono i cambiamenti avvenuti nel frattempo. Ho assunto nuove cariche: dal Consiglio comunale di Chiasso al Consiglio nazionale, passando per il Gran Consiglio. Ciò che però non è mutato, è lo spirito battagliero che mi contraddistingue nel volermi impegnare per una società più giusta e solidale.

Pronti via e hai esordito con l’elezione del Consiglio federale. Oltre al dovere istituzionale quali emozioni hai provato?
È stata davvero una giornata indimenticabile. Sorrido pensando alla telefonata serale con i miei figli che mi chiedevano: «Papà cosa hai fatto oggi?» e io, quasi incredulo, rispondevo: «Ho eletto il nostro Consiglio Federale». 

In questa legislatura appena iniziata ci saranno molti temi importanti. Quali sono quelli che ti stanno più a cuore?
Viviamo un momento storico estremamente sfidante. Dopo molti anni di tranquillità, lo scoppio della guerra in Europa sta generando tutta una serie di problematiche che inevitabilmente influenzano anche la nostra politica. Detto questo, tra i temi che maggiorente mi preoccupano vi sono: la sanità, il cambiamento climatico e la previdenza per la vecchiaia. A questi aggiungo infine, non di certo per importanza, anche le questioni legate alla sicurezza sociale. Tutti temi per i quali sono preparato e pronto a impegnarmi con determinazione.

Cosa cercherai di ottenere in particolar per il nostro Cantone?
Il nostro Cantone vive tutta una serie di difficoltà derivanti dalla sua posizione geografica. Penso in particolar modo alla pressione dovuta ai flussi migratori provenienti dall’Italia, che impegnano i Comuni del Mendrisiotto e il Cantone e che meritano un maggiore supporto. Vi è poi l’annoso tema della perequazione finanziaria che vede il Ticino discriminato in modo ingiustificato rispetto ad altri Cantoni della Svizzera. 

Sovente si sente dire che il Ticino a Berna conti poco. Qual è la tua idea e quali le tue sensazioni? 
La prima impressione che ho avuto a Berna è che la deputazione ticinese goda di un certo rispetto, sia da parte dei colleghi tedeschi, sia di quelli romandi. Il Ticino può assumere ancora più autorevolezza, partecipando attivamente al gioco di squadra con tutti gli attori coinvolti nei processi decisionali; quindi non solo i rappresentanti eletti a Berna ma anche le autorità cantonali.