Una sensibilità sempre più diffusa in materia di violenza di genere e molestie sul posto di lavoro è un primo importante passo per fare emergere il fenomeno e per combatterlo.

C’è un grande lavoro da fare su vari fronti. Il primo è quello relativo alla consapevolezza: che cosa sono le molestie e la violenza sul posto di lavoro? Quanto sono diffuse? Che conseguenze hanno? Nel nostro paese purtroppo non ci sono ancora dati ben strutturati sul tema della violenza, non esiste una statistica completa che prenda in esame sia i casi di violenza emersa, tramite per esempio denunce o condanne, sia la violenza non emersa, che può essere invece misurata con un questionario statistico. Attualmente, per esempio, dai dati a disposizione emerge che sul posto di lavoro 3 donne su 10 e un uomo su 10 hanno subito almeno una volta molestie sessuali nel corso della loro carriera lavorativa e se consideriamo la quotidianità (anche al di fuori del posto di lavoro), dal 20 al 60 percento delle donne avrebbe già subito molestie, un dato troppo impreciso. Evidentemente ne sappiamo troppo poco. Sarebbe invece importante partire da dati certi sia per mostrare l’ampiezza del fenomeno, sia per misurare l’efficacia delle politiche intraprese.
Il sostegno alle vittime è un elemento chiave. Bisogna disporre di strutture capaci di accoglienza, aperte al dialogo e in grado di offrire protezione. E questo anche sul posto di lavoro. Le vittime devono potersi confrontare con qualcuno per capire meglio cosa stanno vivendo e che cosa possono fare per affrontare il problema. Alcune aziende e istituzioni hanno iniziato ad affidare questo compito a persone indipendenti e competenti. In questo senso va l’importante progetto PMI Azione+, che offre però anche la possibilità di informare e formare il personale e i dirigenti sul tema. 
Questo è un elemento essenziale perché contribuisce in modo notevole alla costruzione di una cultura che contrasta la violenza. Occorre una formazione che spieghi a ciascuno, vittime e autori di comportamenti inadeguati, ma non solo, quali sono i limiti che non vanno valicati. Così come una formazione che insegni ai dirigenti come contrastare certi atteggiamenti e affrontare le situazioni critiche. Infine è però necessaria anche un’azione di rinforzo delle categorie «a rischio». Tanto più una persona si percepisce come parte di un gruppo debole e privo di risorse, tanto più sarà disposta ad acconsentire a situazioni inaccettabili.
A proposito di cultura, colpisce in modo molto negativo il rifiuto da parte del Consiglio degli Stati di approvare la sottoscrizione la Convenzione 190 dell’Organizzazione internazionale del lavoro (OIL) sull’eliminazione della violenza e delle molestie nel mondo del lavoro. Chiediamo nuovamente e con forza che questa convenzione, un importante strumento, venga sottoscritto anche dal nostro paese. Come giustamente chiede l’OIL, nessuno deve essere messo nelle condizioni di scegliere tra il proprio lavoro e la propria integrità personale.
In occasione della Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, il Ticino partecipa alla campagna «16 giorni di attivismo contro la violenza di genere» con il presente programma: https://www4.ti.ch/di/violenza-domestica/agenda/agenda.

Davina Fitas

 

PMI Azione+ Prevenire le violazioni dell’integrità personale sul posto di lavoro www.ti.ch/pmiazione