Il tempo scorre velocemente, chi può fermarlo? Ed eccoci ormai quasi giunti alla Pasqua di quest’anno giubilare nel quale siamo tutti invitati a diventare «Pellegrini di speranza», seminatori di fiducia. Un’occasione, quella del Giubileo, per un cambiamento reale, concreto, della nostra vita e, forse, anche di altro. Non vi pare?

 La prima riflessione che vorrei fare con voi allora è questa. Il Giubileo non sia per noi un anno nel quale celebrare una serie di eventi, siano pur essi segni di conversione, di rinnovamento del cuore e di indulgenza. Consideriamolo, piuttosto, un anno propizio per interrogarci, per porci le domande fondamentali sulla nostra vita. Eccone alcune.
«Sono contento della mia vita?». Non vi sembra la domanda fondamentale? Io, guardando a me stesso, agli anni passati, al presente, a come ho vissuto e vivo, posso dire di essere soddisfatto, di essere contento della mia vita? Sperimento, quella contentezza che mi fa leggere la mia esistenza come una cosa bella, buona? Posso affermare con sincerità: «La mia vita è bella?». Ritengo che, nonostante tutto, più in generale: «La vita è bella», come ci ricorda il titolo del film capolavoro di Benigni? Certo, se guardiamo a quello che succede, il rischio di scivolare nella sfiducia, nello scoraggiamento è reale. La situazione internazionale è ancora drammatica, forse si sta aprendo uno spiraglio di pace per la guerra in Ucraina, ma intanto è scoppiata la guerra commerciale. La Comunità Europea ha deliberato di riarmarsi, si sente minacciata. Ha bisogno di difendersi da un nemico, ma il nemico è reale o presunto? Dall’altra parte dell’Atlantico e a Est stanno affermandosi i nuovi imperialismi, si teme per la libertà e la democrazia. Di fronte a questi scenari è facile perdere la fede e la speranza. Anche nel nostro Paese, molto sviluppato, si sentono le ripercussioni della crisi economica. Le lavoratrici e i lavoratori, che come sindacato cerchiamo di tutelare, avvertono il peso di una grande incertezza. A volte, anche la Chiesa sembra vacillare, per gli scandali, la perdita di fiducia da parte della gente, le divisioni. Poniamoci perciò ancora un’altra domanda. «Spero in un futuro migliore? Guardo al domani con speranza?».
Il cristiano, io credo, è colui che è animato dalla speranza, dalla certezza che Cristo ha vinto il mondo, ha vinto la morte. Esiste un orizzonte di vita bella, piena, abbondante. C’è una realtà dei Cieli, dove il Padre nostro ci attende. Il Regno di Dio esiste, l’ha inaugurato Gesù Cristo, il Risorto, il Vivente. Chiunque crede in Lui, anche se muore, vivrà. Con questa certezza possiamo, come cristiani, dare speranza agli altri, offrire consolazione, farci vicini, camminare insieme, guardando nella stessa direzione.
Certo, sembra che gli accadimenti della storia ci sovrastino. Consideriamo, perciò, il Giubileo, come un anno intero che ci è donato per riscoprire nel profondo del nostro cuore un desiderio, un sogno: essere insieme inventori di futuro. Un futuro di un mondo più umano, più libero, dove ognuno si senta coinvolto nel vivere in armonia, con se stesso, con gli altri, con la natura e con Dio. La speranza, si dice, è l’ultima a morire. Il cristiano è colui che spera oltre ogni speranza, perché Cristo è la sua speranza. 
Papa Francesco nel suo messaggio per la Quaresima ci ha invitato a «Camminare insieme con speranza».
Camminare, cioè avere il coraggio di non rimanere chiusi nelle nostre abitudini, nella nostra rassegnazione, uscire da noi stessi, partire, potremmo dire, verso il domani. Un domani da realizzare insieme, passo dopo passo, senza escludere nessuno, attendendo chi è più lento, chi non ce la fa, curandoci vicendevolmente le nostre ferite. Con la speranza perché i nostri occhi sono illuminati da quella Luce che ha vinto il mondo: Cristo risorto, luce delle genti.
Al sepolcro, il giovane in bianche vesti dice alle donne: «Non abbiate paura! Voi cercate Gesù Nazareno, il crocifisso. È risorto, non è qui. Ecco il luogo dove l’avevano posto. Ma andate, dite ai suoi discepoli e a Pietro: ‘Egli vi precede in Galilea. Là lo vedrete, come vi ha detto’». (Cf. Mc 16, 6-7)
È proprio così, il Signore ci precede sempre. Seguiamolo, andiamogli incontro, desiderando, sognando, inventando e realizzando tutti insieme con Lui, un futuro più umano. Questa è la nostra speranza-certezza che nessuno mai ci toglierà e che ci spinge ogni giorno a guardare al domani con gioia, certi che la vita è bella. È un’avventura meravigliosa! Buona Pasqua.