Il triste epilogo della vicenda Rainbow SA riporta alla ribalta la precarietà e la debolezza di un settore che, dal lontano 1999 ha visto nascere e morire (in malo modo) decine di aziende, risorte dalle loro stesse ceneri come la Fenice, con tutte le conseguenze del caso.
L’impressione è che nelle prossime settimane, saremo costretti ad assistere ad altre situazioni simili, con la chiusura di aziende del settore sommerse da difficoltà economiche. Difficoltà nate in particolare dalla mala gestione e da una politica di prezzi al ribasso, volta a «spaccare» il mercato.
Nonostante il settore sia «regolamentato» da un CCL decretato di forza obbligatoria, la strada da fare è ancora lunga prima di cantar vittoria. Un contratto collettivo che non tutela sufficientemente le lavoratrici e i lavoratori, e che permette alle aziende con meno di 9 dipendenti di derogare dalle disposizioni salariali.
Infine, un pensiero di vicinanza e solidarietà va a tutte le lavoratrici e i lavoratori della ditta Rainbow SA colpiti dal fallimento e a quelli attivi quotidianamente, impiegati in condizioni spesso complicate e pericolose chiamati a svolgere compiti di polizia ausiliaria con grande dedizione e dignità.
Robertino Bay