Lo scorso 16 marzo si è tenuta a Lugano la quarta conferenza del ciclo di incontri «Le sfide del lavoro nella transizione ecologica» durante la quale è stato trattato un argomento chiave: la mobilità.

Questo è il tema che per antonomasia rappresenta la transizione ecologica nell’immaginario collettivo. Tuttavia si pensa sempre che la soluzione sia immediata: lasciare tutto come oggi, sostituire solo i motori termici con i motori elettrici. Il problema è più complesso, come ha spiegato la relatrice Francesca Cellina, ricercatrice Supsi: per rendere il sistema mobilità davvero efficiente, armonico e verde è importante introdurre cambiamenti a più livelli.
Tra le diverse misure possibili per ridurre le emissioni di CO2, il cambio delle abitudini di mobilità è certamente molto importante. Inoltre, se nel settore degli edifici e in quello industriale l’andamento della riduzione delle emissioni si avvicina a quanto previso dagli obiettivi, in quello dei trasporti si è ancora distanti.
Seguendo il motto che ci ha accompagnati in questo ciclo di incontri e che sta al cuore dell’economia circolare cioè che il non spreco è la migliore forma di risparmio, anche in questo caso il primo passo è proprio quello di ridurre la domanda di mobilità. In primo luogo agire sulla pianificazione del sistema insediativo, ripensare alla forma delle nostre città. Da questa idea nasce il modello della «Città in 15 minuti»: pensare ad un agglomerato nel quale le persone possano trovare risposte ai propri bisogni in uno spazio raggiungibile in poco tempo. Avere a disposizione le scuole, i ristoranti, i parchi, i servizi di cura, le iniziative culturali, i negozi e il posto di lavoro, oltre che avere l’accesso ai mezzi di trasporto per percorrere distanze più lunghe tutto nello spazio di 15 minuti a piedi dalla propria abitazione.
Un altro buon sistema per ridurre gli spostamenti è quello del telelavoro che tuttavia, come era emerso nel corso delle assemblee che hanno preceduto il congresso OCST del 2021, può generare situazioni di isolamento. Una buona soluzione a questo problema è certamente la condivisione di spazi di coworking, spazi condivisi di lavoro, vicino alla propria abitazione. Un aspetto che è stato sdoganato dall’isolamento forzato dalla pandemia di Covid è quello delle riunioni online che permettono di risparmiare CO2 e tempo.
Ridotta la mobilità al necessario, è giunto il momento di chiedersi quali siano i mezzi di trasporto più amici dell’ambiente. In una scala crescente rispetto alla produzione di CO2, ed escluso l’evidente vantaggio del muoversi a piedi e in bicicletta, risulta molto ecologico il treno, meno l’autobus, meno ancora l’aereo. L’automobile risulta un mezzo adeguato solo se utilizzata a pieno carico.
È quindi importante riuscire ad utilizzare l’auto solo quando necessario, privilegiando l’uso dei mezzi pubblici e, magari, far capo alla condivisione del mezzo. In questo senso vanno molti progetti, numerosi per esempio quelli per accompagnare i bambini nel tragitto casa-scuola a piedi o in bicicletta o le app che cercano di abbinare chi mette a disposizione posti auto e chi chiede un passaggio.
L’aereo è certamente in mezzo più inquinante, sia per il suo impatto al chilometro, sia perché di chilometri ne percorre tanti. Esclusa per ora la possibilità di volare con l’energia elettrica, anche l’uso dei biocarburanti non potrà che essere limitato. È quindi essenziale ridurre l’uso di questi mezzi. Come? Privilegiando per esempio i trasporti via terra. Analizzando le tratte percorse con l’aeroplano dalla Svizzera, emerge che quasi l’85% dei voli in partenza dalla Svizzera è diretto verso città europee, molte delle quali sono raggiungibili con il treno, anche quello ad alta velocità. Ci vuole più tempo? Forse, ma se si contano anche i tempi morti per il check-in e il ritiro dei bagagli, oltre che il tempo di trasferimento da e verso gli aeroporti che sono spesso fuori città a differenza delle stazioni ferroviarie, questo non è sempre vero. Inoltre il tempo trascorso nel treno può essere impiegato con profitto per lavorare.
Posto che per certi percorsi l’auto risulterà comunque il mezzo più adeguato, l’auto elettrica pone comunque dei vantaggi dal punto di vista ambientale perché utilizza meglio l’energia rispetto ai motori a combustione. Inoltre, inserita all’interno di un sistema elettrico composta da pannelli solari, può fungere da batteria aggiuntiva per la casa.
Quale auto utilizzare nel futuro? Non certo un SUV, quanto piuttosto un’auto di piccole dimensioni e consumi contenuti, non necessariamente di nostra proprietà, e certamente usata a pieno carico.