"È il tempo di scegliere che cosa conta e che cosa passa, di separare ciò che è necessario da ciò che non lo è. È il tempo di reimpostare la rotta della vita verso di Te, Signore, e verso gli altri". Lo ha detto papa Francesco il 27 marzo nel corso di una meditazione illuminante. Tra i tanti interventi di questi giorni è questo quello che dà una lettura più lucida di quello che sta accadendo e di quello che saremo chiamati ad affrontare nei prossimi mesi.

In questi giorni che ci portano alla Pasqua, quando siamo nella terza settimana dall’inizio di questa nostra quarantena ticinese, e nella seconda settimana di chiusura della maggior parte delle aziende e dei cantieri, ci sono giunti alcuni segnali di miglioramento della curva dei contagi che dicono che gli sforzi che stiamo compiendo per l’isolamento sociale sono stati utili, anzi necessari. È quello che ha sostenuto il nostro sindacato con forza nelle ultime settimane, battendosi sia per il sostegno a tutte le lavoratrici e i lavoratori senza eccezioni tramite il lavoro ridotto, sia per il blocco di tutte le attività non necessarie e per la protezione della salute di coloro che, e non finiremo mai di ringraziarli, sono chiamati a continuare la loro attività nonostante tutto.

Il Consiglio federale ieri ha annunciato l’estensione del lavoro ridotto per le lavoratrici e i lavoratori su chiamata, un ulteriore necessario passo, e emergono le prime indicazioni sulle conseguenze di questa pandemia. Quello che accadrà, è certamente una grave crisi economica e sociale e non può essere altrimenti: la nostra economia è globalizzata e quello che accade negli altri paesi non ci è indifferente: una grande parte delle lavoratrici e dei lavoratori e molte imprese a livello mondiale non potranno beneficiare degli aiuti previsti nel nostro paese e in molti paesi europei. Come usciremo dalla crisi?

È qui che riprendo le parole del Papa che ha indicato alcuni elementi imprescindibili: il primo è la solidarietà. “Ci siamo resi conto di trovarci sulla stessa barca, tutti fragili e disorientati, ma nello stesso tempo importanti e necessari, tutti chiamati a remare insieme, tutti bisognosi di confortarci a vicenda”, ha detto. Una solidarietà che in queste settimane è emersa a tutti i livelli ed è stata anteposta all’economia. Il mettere al centro le persone e la loro salute ha reso il nostro Cantone campione di una corretta visione di questa crisi. I giovani che si sono attivati per aiutare gli anziani; l’importante impegno delle lavoratrici e i lavoratori della sanità e delle aziende farmaceutiche, ma anche della filiera alimentare, che stanno sacrificando molto più di quello che siamo chiamati a fare noi che possiamo usufruire del telelavoro; le testimonianze di sostegno anche concreto che giungono nei loro confronti, che, come ha ricordato il Papa, sono gli eroi ai quali fare riferimento; il sostegno economico esteso anche alle lavoratrici e ai lavoratori con statuto precario, dei quali una certa visione della gestione aziendale si era già dimenticata. Sono tutti segni di solidarietà.

Questo è il momento del nostro giudizio, ha richiamato il Pontefice, è il momento di ripensare alle priorità di ciascuno e della società nel suo complesso. È il momento di dare un valore diverso alle attività considerate a minor valore aggiunto, ma dimostratesi così importanti in questi momenti. È il momento, a livello economico, di pensare alla ricostruzione della catena del valore, a riportare alle nostre latitudini una parte di attività che sono state trasferite in altri luoghi del mondo. Queste scelte, fatte per pura convenienza economica, devono essere rivalutate e forse questa è una delle vie da intraprendere per ripartire.

Ora che sembra superato il picco dei contagi, non è certo giunto il tempo di abbassare la guardia e ci aspettano settimane di impegno perché la salute di chi lavora e di tutta la popolazione sia messa al primo posto e perché i posti di lavoro siano preservati. Impegno questo che siamo pronti ad assumerci senza esitare. Siamo al vostro fianco!

Alla vigilia della Pasqua, facciamo nostro l’auspicio di papa Francesco: “Invitiamo Gesù nelle barche delle nostre vite. Come i discepoli sperimenteremo che, con Lui a bordo, non si fa naufragio. Perché questa è la forza di Dio: volgere al bene tutto quello che ci capita, anche le cose brutte”. Vi auguriamo una serena Pasqua con i vostri familiari!

Renato Ricciardi, Segretario cantonale OCST

>>La meditazione di papa Francesco del 27 marzo