Espoprofessioni offre una opportunità per confrontarsi con il tema della sicurezza sul posto di lavoro. La sicurezza è un valore in ogni ambito della nostra vita quotidiana, che si tratti del contesto personale o professionale. In proposito abbiamo rivolto una serie di domande a Renato Ricciardi, segretario cantonale dell’OCST e al Dr. med. Roberto Dotti, direttore dell’agenzia Suva Bellinzona.

 
 
Qual è la motivazione di essere presente con uno stand alla fiera Espoprofessioni?
Renato Ricciardi (RR): Il nostro sindacato è impegnato per i lavoratori di tutte le professioni e di tutte le età. Quest’anno saremo presenti a Espoprofessioni con il nostro Centro di formazione professionale (CFP-OCST) che offre corsi di lingue e nell’ambito dell’amministrazione e dell’informatica, oltre che specifici per le diverse professioni. L’OCST ha più volte segnalato che quelle dei giovani e degli ultracinquantenni sono le fasce più fragili del nostro mercato del lavoro, verso le quali va posta maggiore attenzione.
I giovani che affrontano una formazione professionale hanno bisogno di un sostegno particolare sia durante l’apprendistato, sia durante la fase successiva della ricerca del primo impiego al termine della formazione. 
 
Roberto Dotti (RD): Espoprofessioni è una piattaforma ideale per ulteriormente promuovere la campagna «Tirocinio in sicurezza» che si rivolge in particolare agli apprendisti e formatori professionali. L’obiettivo della Suva è sostenere le aziende e gli imprenditori nel garantire posti di lavoro sicuri e sani con una serie di strumenti: regole vitali, campagne di sensibilizzazione, pubblicazioni, attività di formazione in merito alla prevenzione degli infortuni sul lavoro e nel tempo libero. 
 
Dr. Dotti, in cosa consiste concretamente la campagna «Tirocinio in sicurezza»? Quale l’obiettivo e quali sono i destinatari degli strumenti per salvare ulteriormente vite umane?
La campagna «Tirocinio in sicurezza» fa parte della «Visione 250 vite» con la quale la Suva intende preservare 250 vite e impedire altrettanti casi di invalidità. Il rischio di infortuni professionali degli apprendisti è di molto superiore a quello degli altri lavoratori. Ricordo che nelle aziende assicurate alla Suva si infortunano ogni anno circa 19’000 apprendisti in tutti i settori (di cui 2200 solo in Ticino). In media, tre di questi infortuni hanno esito mortale. Secondo le statistiche, quest’anno un apprendista su otto subirà un infortunio sul posto di lavoro. La Suva ha intenzione di mettere un freno al numero di infortuni e migliorare le competenze degli apprendisti in materia di rischi, grazie alla campagna «Tirocinio in sicurezza». Insieme ad alcuni insegnanti, la Suva ha realizzato del materiale didattico per le scuole professionali con lo scopo di sensibilizzare gli studenti ai rischi e alle loro conseguenze. Lo strumento principale di cui si avvale è il giornale gratuito «top Today» che mette in luce tutte le varie sfumature dei rischi della vita quotidiana dei giovani attraverso esempi concreti legati alla sicurezza sul lavoro e nel tempo libero. 
 
Quindi si può dire che la tendenza degli infortuni sul lavoro non accenna a diminuire senza coinvolgere di più gli apprendisti. Quale l’approccio della Suva e ci spiega l’intenzione di quest’ultimo?
RD: Il maggior rischio d’infortunio si spiega in vari modi: gli apprendisti non conoscono i pericoli, non hanno ancora imparato a lavorare in modo strutturato, sopravvalutano in parte le loro capacità o non hanno il coraggio di fare domande anche se si sentono insicuri sul da farsi.
Per raggiungere gli obiettivi il dialogo a proposito della sensibilizzazione sul tema della sicurezza si rivolge ai formatori professionali. Sono loro ad accompagnare gli apprendisti durante il percorso formativo e quindi svolgono un ruolo chiave. La Suva mette a disposizione i documenti necessari per le diverse professioni in maniera tale che le formazioni possano essere realizzate sistematicamente e ripetutamente con gli apprendisti. È fondamentale che l’apprendista sappia che ha il diritto di ricevere sostegno e aiuto in tutte le questioni relative alla sicurezza. Inoltre deve rispettare le regole vitali ed essere cosciente del fatto che anche un giovane apprendista è autorizzato a dire «STOP» in caso di pericolo! 
 
Signor Ricciardi, come può contribuire il sindacato OCST alla sicurezza sul lavoro? Quali strumenti mette a disposizione ai suoi associati soprattutto ai giovani lavoratori?
RR: Nei primi anni nei quali si inizia a praticare una professione, certamente il rischio di farsi male è maggiore; questo problema tocca i giovani lavoratori, ma anche, per esempio, i lavoratori interinali che spesso svolgono professioni diverse senza avere l’esperienza sufficiente per riconoscere ed evitare i pericoli.
Nel caso dei giovani si aggiunge pure una mancanza di esperienza di vita e sui meccanismi che regolano il mondo del lavoro. Sono molte le cose da imparare e non sempre è chiaro a cosa dare priorità. L’OCST garantisce la vicinanza sul posto di lavoro per sostenere i giovani in questa fase, chiarire i loro dubbi, rispondere alle loro domande, indirizzare alle persone competenti nei vari ambiti. 
 
La Suva ha lanciato diverse iniziative e campagne di sensibilizzazione che puntano alla prevenzione proattiva. Per quale motivo?
RD: Non dimentichiamo che la Suva è una istituzione sociale e quindi è nostro dovere contribuire a ridurre le sofferenze. Occorre ricordare che un’azione preventiva efficace riduce i costi d’infortunio e che questo permette a sua volta di abbassare i premi a tutto vantaggio delle imprese e dell’economia svizzera.
 
Il sindacato è ben radicato nel territorio e ha spesso contatti con i lavoratori e gli apprendisti. Da qui l’idea di un volantino dedicato ai più giovani per sensibilizzarli ulteriormente sui loro diritti. Quali i motivi che vi hanno spinto a questa scelta?
RR: Alcuni anni fa abbiamo dato vita all’OCST Giovani. In questo ambito i più giovani del nostro sindacato si impegnano per incontrare, conoscere ed informare gli apprendisti. In questa fase ci sono molti attori, con i quali collaboriamo, che si prodigano per seguire e proteggere i più giovani e, per fortuna, gli abusi sui quali interveniamo in questa fase sono piuttosto limitati. Il nostro contributo in questi primi anni è quindi di formare e informare sui diritti come apprendisti e come giovani lavoratori, sul contratto di lavoro, sulla busta paga, sulle assicurazioni sociali e su quanto accade dopo il tirocinio. 
 
Per concludere: se ciascuno di voi potesse esprimere un desiderio in quest’ambito, cosa chiederebbe?
RR: Sembra banale: vorrei che si desse più spazio ai giovani perché sono il nostro futuro. Gli apprendisti che entrano in azienda, non sono concorrenti che rubano il lavoro ad altri: abbandonata ogni diffidenza, ogni collega deve investire su di loro, deve cogliere ogni occasione per insegnare loro quello che sa, deve accoglierli e deve proteggerli.
 
RD: Auspico che ogni attore del settore si assuma le proprie responsabilità e abbia anche il coraggio di dire «STOP» in caso di pericolo. Mi piacerebbe che i datori di lavoro investissero nella formazione in particolare a favore dei collaboratori più giovani. Questi ultimi sono in effetti più spesso vittima di un infortunio a causa della mancanza di esperienza. Ricordo che la sicurezza è responsabilità di tutti e sta al singolo rispettare e anche far rispettare le regole che permettono di salvaguardare vite umane.
 
 
pagine a cura di R. Pinna e G. Donini