La pubblicità apparsa questa mattina sui quotidiani ticinesi relativa all’apertura dei negozi nella giornata di giovedì 19 marzo 2020 (festività di San Giuseppe) lascia senza parole.

La contraddizione tra il messaggio pubblicitario commerciale e le severe misure di prevenzione contro la diffusione del Coronavirus è evidente.

Se da una parte si riconosce che, in situazioni normali, per effetto della nuova legge sull’apertura dei negozi, sia concesso lavorare nei giorni festivi non parificati alla domenica, tale opportunità in questa delicata fase di emergenza sanitaria non può che essere relativizzata.

Da una parte, le autorità federali e cantonali chiedono alla cittadinanza di evitare assembramenti mentre dall’altra, in una giornata durante la quale molte più persone avranno la possibilità di stare a casa in quanto non occupati professionalmente, viene offerta un’occasione in più per uscire di casa.

Inoltre, al personale di vendita della grande distribuzione viene negata la possibilità di alleviare al disagio con un giorno di meritato riposo, in una situazione che li vede responsabilmente tenuti a garantire l’approvvigionamento.

L’apertura preannunciata nel giorno di San Giuseppe non ha nemmeno senso nella misura in cui la motivazione originale che portava per legge a chiedere l’apertura durante i giorni festivi non parificati alla domenica era subordinata a motivazioni di carattere turistico e, di transenna, atta ad evitare l’abituale turismo del commercio.

Fa specie anche il fatto che ci si appelli da una parte alla rassicurazione di disporre di un approvvigionamento di prodotti essenziali nel medio termine, mentre dall’altra si sollecita in questo modo il consumo.

OCST chiede alla Grande Distribuzione, quale atto di coerenza e di responsabilità, di non aprire i negozi giovedì 19 marzo 2020.