Il 26 ottobre scorso l'OCST aveva inviato una lettera alla Seco perché numerose aziende che avevano fatto richiesta di lavoro ridotto alla Sezione del lavoro ticinese a causa della crisi degli approvvigionamenti, avevano ricevuto una risposta negativa, correlata da alcune motivazioni, tra cui l'irricevibilità della carenza di materie prime e semilavorati, che veniva ascritta ai normali rischi aziendali.

Come noto infatti la carenza di semilavorati e materie prime che è emersa dopo la pandemia ha messo in difficoltà molte aziende sane che, pur ricevendo ordini da parte dei clienti, non possono farvi fronte. Nello scritto indicavamo che, come segnalato da numerosi esperti, si tratta di una crisi globale e imprevedibile, quindi non ascrivibile ai normali rischi aziendali.

Il timore dell'OCST è che queste aziende, non riuscendo a sopperire al calo delle entrate, decidano di licenziare creando un grosso danno alle lavoratrici e ai lavoratori, ma anche alle aziende che perderebbero competenze e la possibilità di reagire in modo tempestivo ad un prevedibile ritorno alla normalità.

Nella sua risposta la Seco segnala che già ora è prevista la possibilità per le aziende, sulla base di elementi comprovati, di chiedere che la Sezione del lavoro possa rivedere o riconsiderare le decisioni prese.