Nella giornata di oggi la Seco ha annunciato che verranno applicate le facilitazioni proposte dall’OCST per l’ottenimento del lavoro ridotto.

Rimane purtroppo aperta la questione dei due giorni di attesa che sono a carico dell’azienda. Non possiamo che rallegrarci per le agevolazioni concesse e, nel contempo, lanciare un monito alle aziende perché evitino in tutti i modi i licenziamenti facendo capo anche a questo strumento. Pur appoggiando le richieste volte a sostenerel'economia, riteniamo sia troppo importante in questo momento che i datori di lavoro dimostrino responsabilità sociale e solidarietà. Solo questo potrà porre le basi per un ritorno alla normalità nei prossimi mesi.

Il lavoro ridotto tuttavia non risolve tutti i problemi che le lavoratrici e i lavoratori stanno incontrando in queste ore. I primi colpiti da questa crisi sono certamente coloro che hanno statuto precario: chi lavora a ore e su chiamata, le lavoratrici e i lavoratori interinali, chi lavora a provvigione o su prestazione. Queste persone rischiano di perdere improvvisamente le proprie entrate e di non poterle recuperare nei prossimi mesi. Chiediamo di facilitare l’accesso alla disoccupazione per chi si trova in queste condizioni.

Preoccupano poi le comunicazioni del Consiglio federale di due giorni fa relative alla riduzione dei tempi di quarantena al fine di non paralizzare il Paese. In un momento come questo, nel quale qualsiasi via scelta porta a perdite ingenti, bisogna porsi delle priorità e la prima, sempre e comunque, deve essere la persona, la sua dignità e la sua salute. Ricordiamo, come abbiamo fatto altre volte, che l’economia è uno strumento al servizio della persona e del suo benessere, non certo un’entità alla quale sacrificare la vita degli elementi più fragili della società.

Le esperienze vissute in Cina e nella vicina Italia, dimostrano con molta chiarezza che il decorso di questa epidemia è in grado di mettere in grave pressione il sistema sanitario. Chiediamo che questo rischio venga preso con serietà a tutela delle lavoratrici e dei lavoratori del settore che hanno finora già dimostrato disponibilità, dedizione e coraggio. Chiediamo che si faccia di tutto affinché a queste persone non debba essere chiesto di prendersi la responsabilità di chi curare, quando le decisioni adottate potrebbero portare alla soglia dei nostri ospedali un numero di pazienti più alto di quello che possono assorbire.

Da ultimo la questione delle lavoratrici e dei lavoratori cui viene chiesto di risiedere in Ticino. Anche in questo caso ricordiamo che le lavoratrici e i lavoratori sono persone e come tali vanno rispettate. È una scelta grave quella di chiedere, in un momento come questo, di dividere le famiglie per portare avanti l’attività lavorativa. Queste persone non devono essere messe sotto pressione e non devono subire la minaccia del licenziamento o della ritorsione. Lo stesso vale per l'organizzazione delle vacanze: qualsiasi modifica deve essere concordata con i lavoratori. 

Il sindacato infine riafferma che in tutte queste circostanze deve essere garantito il diritto al salario.