Dopo due incontri di negoziazione durante i quali non si è entrati nel merito delle singole proposte, non si sono ancora ben comprese quali siano le vere intenzioni della SSIC-CH. Infatti, alcuni mesi fa, la SSIC-CH aveva dichiarato pubblicamente che «il nuovo CNM deve prevedere orari ancora più flessibili e salari più bassi, il tutto all’insegna di un testo più snello». Ma cosa significa concretamente «più snello» non ci è ancora dato sapere. Dall’altra parte del tavolo, i lavoratori chiedono il pagamento integrale del tempo di trasferta (quindi senza la franchigia di 30 minuti giornalieri), maggior protezione dei lavoratori più anziani, riduzione del tempo di lavoro a 40 ore, regole chiare per l’interruzione del lavoro in caso di intemperie (pioggia e canicola) e, non poteva mancare, un adeguamento salariale che permetta di mantenere il potere d’acquisto dei salari.
Solo dalla diversità delle «desiderata» si può intuire che le discussioni per trovare la quadra per un nuovo CNM saranno estremamente difficili. Ma se a queste distanze rivendicative aggiungiamo gli effetti della pandemia, l’aumento del costo delle materie prime, i prospettati aumenti dei premi della cassa malati, l’aumento dei costi del carburante e più in generale dell’energia legato al conflitto bellico in Ucraina che colpiscono datori di lavoro e lavoratori in egual misura, ci si rende conto che la via per trovare un’intesa sarà molto lunga e tortuosa.
Non bastasse, la SSIC-CH ha reso noto uno studio da essa commissionato che afferma, con disarmante superficialità, un concetto a dir poco surreale: il settore edile può «vivere» per un breve-medio periodo senza contratto collettivo senza avere ripercussioni negative sulla concorrenza tra imprese e non provocare situazioni di dumping salariale contrattuale. Per buona pace delle ditte estere che entrerebbero nel mercato con offerte a prezzi stracciati!
La discussione in comitato si è incentrata sulla durata della giornata lavorativa nelle sue tre componenti: le ore sul cantiere, il tempo di trasferta e la flessibilità. Urge trovare una soluzione complessiva per evitare che il cumulo di queste tre componenti non costringa i lavoratori, come capita ora, «a stare in ballo» undici o più ore al giorno per guadagnarsi la pagnotta. Il pacchetto «calendario di lavoro, trasferte e ore flessibili», per il comitato cantonale edili OCST rappresenta quindi la rivendicazione principale alla quale si dovrà ottenere una risposta concreta nel nuovo CNM.

Paolo Locatelli